Il Liberty
LE OPERE IN FERRO BATTUTO
Capolavoro unico delle maestranze locali che hanno lavorato al palazzo è il maestoso cancello di accesso al giardino.
A seguire troviamo anche eseguite nella stessa tecnica e nello stesso stile i vari poggioli (quello più grande che corre lungo tutta la facciata e quelli più piccoli in corrispondenza delle finestre) della facciata lato giardino e le piccole ma raffinatissime mensole che reggono il poggiolo principale, ma anche le grate che ricoprono le finestre del piano terra.
Il fenomeno estetico culturale della così detta Arte Nuova, è chiamato anche “floreale” per il gusto di forme biologiche, naturali e fitomorfe.
Queste sfere della natura vengono concepite come un unico ed armonioso universo dal quale trarre ispirazione artistica.
Germinano nella pittura, nella scultura, nelle arti applicate e in ogni oggetto della vita quotidiana: motivi floreali, delicate nervature boschive, ambienti vegetali, viticci, modanature.
Contemporaneamente, in un clima di primaverile fioritura, l’arte si popola delle creature animali più piccole e indifese, di insetti e piccoli molluschi acquatici, insoliti e schivi.
Le forme con cui vengono raffigurati questi soggetti sono sempre linee curve, forme flessuose provenienti dal movimento preraffaellita ottocentesco.
BREVI CENNI SUL LIBERTY
Con il nome di Liberty si intende un vasto movimento artistico che, tra fine Ottocento ed inizi Novecento, interessò soprattutto l’architettura e le arti applicate. Il fenomeno prese nomi diversi a seconda delle nazioni in cui sorse.
In Francia prese il nome di «Art Noveau», in Germania il nome di «Jugendstil», in Austria fu denominato «Secessione», in Spagna «Modernismo», in Gran Bretagna “modern style“. In Italia ebbe inizialmente il nome di «Floreale», per assumere poi il più noto nome di «Liberty» dal negozio di un commerciante in oggetti orientali a Londra, Arthur Lasenby Liberty.
Il Liberty nacque dal rifiuto degli stili storici del passato che nell’architettura di quegli anni fornivano gli elementi di morfologia progettuale.
Il Liberty cercò invece ispirazione nella natura e nelle forme vegetali, creando uno stile nuovo, totalmente originale rispetto a quelli allora in voga. Caratteri distintivi del Liberty divennero l’accentuato linearismo e l’eleganza decorativa.
Nato inizialmente in Belgio, grazie all’architetto Victor Horta, il Liberty si diffuse presto in tutta Europa divenendo in breve lo stile della nuova borghesia in ascesa. Esso si fondò sul concetto di coerenza stilistica e progettuale tra forma e funzione. Adottando le nuove tecniche di produzione industriale, ed i nuovi materiali quali il ferro, il vetro e il cemento, di fatto il Liberty giunse per la prima volta alla definizione di una nuova progettualità: quella progettualità che definiamo industrial design. I centri più importanti dello “Stile del ‘900” furono Torino, Palermo, Firenze, Lucca, Viareggio, Milano, Roma, Emilia Romagna.
Nella nostra penisola il Liberty si sviluppa in un paese sostanzialmente pigro e che sembra aver dimenticato le recenti spinte ideologiche e popolari del risorgimento, in una nazione convinta di aver superato tutti i suoi problemi per il solo fatto di essere stata finalmente unita. In questo clima di stasi, tuttavia, va generandosi nel campo artistico, una “minoranza modernista” desiderosa di affacciarsi sul resto d’Europa e che vuole opporsi concretamente alla trita e ritrita mescolanza di stili storici dell’arte “ufficiale”.
Questa corrente modernista si muove verso una direzione stilistica, che sfocerà nell’Art Nouveau secondo i criteri già affermatisi nelle altre nazioni europee, e verso una direzione tecnica originata dalle nuove scoperte industriali e da nuove tecniche strutturali, soprattutto nel campo architettonico.
Il movimento si affermò definitivamente nel nostro paese dopo l’Esposizione di Torino nel 1902.
Al rinnovo del gusto e della forma partecipa in modo decisivo il movimento filosofico positivista, che con la sua fiducia nella ragione, da avvio a nuovi studi scientifici e naturalistici con i quali l’uomo domina, o crede di dominare, la natura. In questa compagine culturale, che sembra avere una matrice del tutto europea, si inseriscono autori italiani appartenenti al movimento del Divisionismo.
Il Divisionismo, di derivazione del Simbolismo è una tendenza artistica sviluppatasi in Italia tra il 1885 e il 1915. I pittori divisionisti adottarono un procedimento molto simile a quello del neo-impressionismo francese. Scomponevano il colore con una separazione metodica delle tinte complementari. Ciò che li differenziava dai neo-impressionisti è che, invece di adottare il punto come elemento di base, utilizzavano un tratto molto più lungo e filamentoso.
Ne derivavano delle immagini dalla illuminazione molto diffusa e antinaturalistica, dove le forme perdono peso e consistenza per fondersi in un’unica indistinta ondulazione luminosa.
Gaetano Previati e Giovanni Segantini, già nel penultimo decennio dell’Ottocento, dimostrano l’elaborazione del gusto estetico nuovo.
Con gli anni novanta il gusto Liberty si diffonde presso gli artisti italiani come Giovanni Boldini, Felice Casorati, Vittorio Zecchin.
Galileo Chini pubblica illustrazioni in puro stile Arte Nuova e con lui molti altri artisti di matrice simbolista, i divisionisti toscani e liguri come Plinio Nomellini, Giorgio Kierniek, Benvenuto Benvenuti, Giuseppe Cominetti ai quali fanno presto seguito esponenti del futurismo quali Boccioni e Balla.