Care amiche e cari amici del Centro Universitario,
in questi giorni ancora di attesa per la nascita di Gesù, il Dio con noi, voglio essere vicino a ciascuno con queste poche, ma sincere righe.
Immagino che sia un periodo di attese per tutti. Tanti infatti sono i desideri e le speranze che vorremmo si realizzassero, penso soprattutto a chi sta vivendo un momento particolarmente difficile per motivi di salute o di difficoltà famigliari o a chi fa fatica a trovare serenità nel suo lavoro o nel suo impegno di studio.
Penso pure alla speranza che abita il cuore di tutti, quella che cessino le armi e torni la pace tra Palestina e Israele, tra Russia e Ucraina, ma anche all’interno di tanti altri paesi in cui c’è un clima di instabilità, in particolare in Siria e in Corea in cui i più fragili e i più piccoli vengono continuamente minacciati.
Tuttavia non dobbiamo mai dimenticare, come dice Papa Francesco che “la pace è un bene che va costruito giorno per giorno, potremmo dire che la pace è artigianale”. Infatti la pace non la costruiscono solo i potenti con le loro scelte e i loro trattati internazionali, ma la costruiamo anche noi, nelle nostre case, in famiglia, tra vicini di casa, con i nostri amici, nelle aule studio che frequentiamo con i colleghi di lavoro o nei quartieri e paesi dove abitiamo. È una pace costruita con piccoli gesti e semplici parole di rispetto, dialogo e accoglienza. Questa è una delle speranze più grandi!
Gesù che nasce porta con sé la luce che è speranza per tutte le genti. Lasciamoci dunque attrarre dalla speranza e permettiamo che attraverso di noi diventi contagiosa per quanti la desiderano. Possa la nostra vita dire loro: «Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore» (Sal 27,14). Possa la forza della speranza riempire il nostro presente, alle porte del grande Giubileo, nell’attesa fiduciosa del ritorno del Signore Gesù Cristo.
Con questa speranza esprimo, a voi e ai vostri cari, i miei più sinceri e cari auguri di un sereno e santo Natale.
Don Giorgio